Cos’è la convergenza mediale
La convergenza mediale è una nuova forma sociale. Dopo le più grandi forme di società, ovvero quella post-industriale e la società dell’informazione, possiamo affermare con certezza di trovarci nella società della convergenza. In questo contesto mediale complesso è l’individuo il responsabile della costruzione di percorsi di senso che generano flussi di accesso ai contenuti.
La convergenza dunque è creata dagli individui stessi che intercettano i contenuti mediali, su sistemi distributivi più disparati e li ricompongono a seconda delle proprie esigenze e alle proprie possibilità di fruizione.
Da qui il concetto di pensiero convergente e la necessità, per chi si occupa di comunicazione, di saperlo capire e intraprendere.
Cos’è il pensiero convergente
Il pensiero convergente presenta delle caratteristiche tipiche:
- Accesso ai contenuti, attraverso la crossmedialità, ovvero le esperienze trasversali alle piattaforme distributive e attraverso una pluralità di fonti a disposizione
- Gestione attiva dei contenuti, grazie alla personalizzazione del palinsesto, delle modalità di fruizione e ai contenuti personalizzati
- Attivazione di un sistema di relazioni, con i social network e altre community
Nascono nuovi concetti, come il non luogo e l’iperluogo, network virtuali che si fondono con quelli reali, alterazione dei confini pubblico/privato e nuovi processi di urbanizzazione. Il tempo diventa un continuum, un flusso non spezzabile.
Gli orari preferiti per avere esperienze mediali sono alle ore 21 (90%), alle ore 13 e alle 7 del mattino. Il mezzo più utilizzato è la televisione, seguito dal pc e dallo smartphone.
La convergenza mediale, anzi, multimemediale, è un dato di fatto, una realtà imprescindibile, perché ormai il sistema di comunicazione che avvolge il consumatore nella sua vita da quando si sveglia a quando va a letto, in tutte le modalità di fruizione di tutti mezzi di comunicazione è radicato profondamente nella nostra vita.
Tutti i sistemi di comunicazione sono integrati e c’è un costante collegamento tra i vari mezzi e tra l’on-line e l’off-line che rende impossibile parlare, oggi, di comunicazione tradizionale.
Non c’è convergenza senza fluidità di fruizione di contenuti “anytime and anywhere”, e non vi è fluidità di fruizione di contenuti senza la tecnologia. Per un banale principio di transitività, dunque, non vi può esser convergenza laddove manchino adeguati strumenti e/o supporti tecnologici.
Il ruolo della tecnologia
La tecnologia è sia materializzazione dei bisogni latenti degli individui, sia creatrice stessa di nuove tendenze ed atteggiamenti. Si pensi ad esempio ad uno smartphone: esso è la concreta risposta alla volontà degli individui di slegare le proprie esperienze mediali da vincoli spazio-temporali, sia un abilitatore di dinamiche di second screen poco fa neanche
immaginabili.
Un’analisi riguardante l’universo della convergenza non può assolutamente prescindere da uno studio puntuale circa la diffusione di device e le modalità di connessione con il web e con altri device.
La sintesi
La convergenza mediale è un concetto molto semplice: è un comportamento, un‘attitudine che una fetta sempre più grande di individui sta maturando, che consiste nel voler accedere ai contenuti e servizi multimediali di interesse, in qualsiasi contesto e con qualsiasi strumento a disposizione.
Il cittadino digitale ha un’inedita attitudine all’utilizzo dei media, che li sfrutta in situazioni del tutto nuove.
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